L’Evidence Based Practice è oggi, a ragione, il modello guida nella presa in carico dei pazienti. Questo modello da solo presenta però dei limiti e non è sufficiente per essere operativi nell’utilizzo delle manipolazioni vertebrali. Come possiamo ovviare a questa situazione?
Proposta di un modello ad approccio integrato nella manipolazione vertebrale (Fabio Perissinotti)
L’approccio integrato nasce dall’osservazione dei limiti della EBP che possono essere ovviati se viene integrata con altri approcci (Attenzione non sostituita!) coordinati dall’expertise del clinico.
L’EBP rimane l’orientamento di partenza
L’Evidence Based Practice, ovvero la presa in carico dei pazienti basata sulle migliori prove cliniche di efficacia, ha apportato a partire dalla metà degli anni ’90 del secolo scorso un contributo fondamentale nel tentativo di oggettivare l’operato dei professionisti sanitari e di migliorare la prevedibilità degli outcome in seguito a specifiche terapie. Tuttavia, allo stato attuale, essa non è sufficiente da sola a giustificare l’operato sanitario e nella fattispecie l’approccio clinico in terapia manuale. Vi sono dei limiti, ad oggi non superati, riguardanti i risultati delle metodologie di indagine clinica in relazione a diversi fattori, non ultimi anche se non unici, la mancanza di un eziopatologia certa di molte problematiche muscoloscheletriche affrontate in terapia manuale, si pensi per esempio al NSLBP on NSNP, e la difficoltà di individuare e misurare l’influenza dei fattori contestuali sull’outcome.
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