Manipolazione vertebrale cervicale e rischio vertebrale

Le manipolazioni vertebrali possono provocare dissecazione dell’arteria vertebrale? Sono pericolose?

Si tratta sicuramente di uno degli argomenti più “scottanti” riguardanti le manipolazioni vertebrali che, purtroppo, spesso è affrontato in maniera superficiale e sensazionalistica, senza dare voce alla ricerca scientifica.

Quale rischio vascolare?

Il rischio vascolare in seguito a manipolazione vertebrale è spesso chiamato in causa tra gli addetti ai lavori e non solo, occorre quindi fare un’analisi approfondita della questione in maniera da avere idee chiare. Nella fattispecie, il rischio vascolare riguarda:

  • la possibile occlusione dell’arteria vertebrale, che come vedremo è poco probabile;
  • la dissecazione della carotide, anch’essa poco probabile;
  • la dissecazione dell’arteria vertebrale, che in teoria è possibile ma come vedremo ha un rischio è molto basso e minimizzabile con uno screening pre-manipolativo ben condotto.

Occlusione dell’arteria vertebrale

Partiamo analizzando la questione della possibile occlusione dell’arteria vertebrale. Durante il movimento del capo e della colonna cervicale l’arteria vertebrale è chiamata causa e si comporta nella seguente maniera:

  • nell’estensione del rachide il flusso sanguigno diminuisce in entrambe le arterie;
  • in rotazione diminuisce nell’arteria controlaterale al lato della rotazione;
  • nei movimenti accoppiati di estensione con rotazione diminuisce maggiormente il flusso nell’arteria controlaterale alla rotazione;
  • normalmente questi cambiamenti sono però poco importanti;
  • i movimenti sopra descritti per incidere sensibilmente sul flusso devono essere portati all’estremo del range articolare.

Inoltre:

lo stiramento dei vasi durante la manipolazione è basso, inferiore rispetto a fare retromarcia o appoggiare il capo sul lavandino del parrucchiere, e non ottunde l’arteria nemmeno in presenza di occlusioni aterosclerotiche dell’80%

  • entrate nella scatola cranica le arterie si anastomizzano nel tronco basilare che irrora diverse sezioni posteriori cerebrali: l’anastomosi basilare fa si che il flusso rimanga costante anche in caso di emergenza e solo movimenti molto intensi e duraturi non permettono l’adattamento, come ad esempio posizioni di stretch forzato e persistente.

In aggiunta:

  • il rapporto diretto tra movimenti cervicali e occlusione del flusso sanguigno non è sicuro e gli studi hanno dato risultati controversi;
  • è inaffidabile anche il rapporto diretto tra occlusione del flusso e manipolazione cranio-cervicale;
  • non a caso, la forma di affezione maggiormente riportata in letteratura è la dissecazione dell’arteria vertebrale e non l’occlusione.

Possiamo allora trarre alcune conclusioni:

la manipolazione ha una durata di pochi istanti, tempo insufficiente per produrre occlusione

  • le manovre tecnicamente corrette non sono portate mai ai range articolari estremi necessari per alterare il flusso arterioso;
  • il pericolo di occlusione non è evidentemente chiamato in causa in termini reali;
  • in presenza di fattori di rischio non si manipola e si effettua rinvio medico.

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Cosa sono, a cosa servono e come funzionano le manipolazioni vertebrali?

Manipolazioni vertebrali: cosa sono? A cosa servono? Come funzionano? Possono essere pericolose?

Con questo articolo rispondiamo in maniera concisa ad alcune delle domande fondamentali inerenti le manipolazioni vertebrali e che spesso creano dubbi sia ai pazienti che ai terapisti.

Cosa sono le manipolazioni vertebrali?


La manipolazione vertebrale è una forza indirizzata dal terapista ad alta velocità sulle articolazioni vertebrali al fine di ottenere una stimolazione recettoriale causata dallo stiramento del compartimento capsulo-legamentoso, entro i limiti della sua resilenza elastico-anatomica, che è accompagnato dal caratteristico pop o crack articolare dovuto alla rapida diminuzione della pressione intra-articolare che porta alla formazione e al collasso di bolle gassose, di azoto, ossigeno e anidride carbonica, nel liquido sinoviale.

A cosa servono le manipolazioni vertebrali?


Le manipolazioni vertebrali sono un mezzo terapeutico utile al trattamento di diverse problematiche muscolo-scheletriche sia in acuto che in cronico,
così come di problematiche viscerali e microcircolatorie, in quanto la componente somatica (muscoli, articolazioni e tessuti connettivi) e in stretta relazione con tutte le funzioni corporee sia a livello strutturale che funzionale tramite il sistema nervoso.

Come funzionano le manipolazioni vertebrali?

Le manipolazioni vertebrali attivano un ampio ventaglio di risposte fisiologiche corporee: alcune sono locali, come ad esempio il rilascio della muscolatura e il conseguente aumento della mobilità o ancora il rilascio di mediatori dell’infiammazione. Altre risposte si verificano a livello midollare e altre ancora a livello sovra-spinale, come ad esempio l’attivazione delle vie discendenti di modulazione del dolore. Molti dei meccanismi fisiologici implicati nelle manipolazioni vertebrali devono essere ancora chiariti, soprattutto nelle loro reciproche relazioni. Oggi sappiamo però che le manipolazioni non allineano o “aggiustano” le vertebre ma rappresentano un input neurofisiologico complesso.

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