MODELLO DI INTERDIPENDENZA REGIONALE
Il concetto di interdipendenza regionale è stato proposto da Wainner (2007) facendo riferimento ad un quadro clinico in cui un disturbo manifestato dal paziente in una regione corporea può essere correlato all’impairment disfunzionale di un’articolazione attigua o remota a quella regione.
Questo impairment disfunzionale può essere causa o concausa del disturbo manifestato del paziente. La proposta di Wainner era incentrata esclusivamente sulle connessioni anatomiche-meccaniche in relazione a manifestazioni cliniche quali ROM e dolore. Successivamente Bialosky (2009), in riferimento al suo modello riguardante i meccanismi di azione della terapia manuale che include oltre a quelli meccanici anche gli effetti neurofisiologici e non specifici, così come fattori contestuali, ha allargato il concetto di interdipendenza regionale in termini più complessi e in ottica multifattoriale.
In verità la proposta di Wainner non è stata una novità assoluta, piuttosto il tentativo di organizzare e concettualizzare e sistematizzare diverse osservazioni già presenti in precedenza.
Oggi sono numerosi gli esempi di interdipendenza regionale pubblicati in letteratura scientifica, tanto che questo approccio può essere preso in considerazione a scopo diagnostico e per la progettazione e conduzione del trattamento manuale così come per la prescrizione di esercizi e per l’educazione del paziente. Occorre però ricordarsi che solo una piccola parte dei paper riguardanti il modello di interdipendenza regionale sono costituiti da studi longitudinali, studi randomizzati controllati o regole di previsione clinica.
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